G E M E L L A N Z A
Giù la testa.
Tienila giù affinchè l’altitudine di ogni turbolenza faccia giustizia.
Sali, apprezza la salita per quanto il digradare ti richiederà saggio governo degli impatti.
Di ogni singolo impatto, ad ogni passo.
Attraverserai le manifestazioni libere dell’acqua che ha bagnato la mano e l’ingegno dell’uomo che su quella salita ha tenuto giù la testa, liberando lo sguardo in sommità.
Non limitarti nel sorriso al sentore per fiuto degli umori del bosco.
Non limitarti mai nel sorriso.
Fai del saluto il tuo respiro, ad ogni incontro.
Mostra compiacimento alla selvatica e anarchica declinazione del verde.
Scoprirai che l’anarchia è metodo di riordinamento.
Tieni giù la testa e sali.
E finirai per comprendere che l’immersione non avviene ad acqua ritrovata.
Scoprirai che l’immersione è strumento di rinascita ancor prima dell’acqua.
Tieni giù la testa ed immergiti. L’altitudine di ogni turbolenza farà giustizia.
Raggiunta la cima, libera lo sguardo.
Lascia che di te l’altitudine faccia seme da dirigere in un viaggio di vento attorno all’acqua che dei colori ama essere tavolozza di legno vivo.
Leggero leggerissimo seme.
Giù la testa, anche in volo.
Tu, leggero leggerissimo seme.
Eppure la salita a te ha raccontato la durezza, tutta la durezza, per singola minima unità di peso.
Infine, ridiscendi.
E nella discesa, tieni giù la testa.
L’altitudine di ogni turbolenza ha fatto giustizia.