L A R A è R E A L E
Trasparenti.
Non così da diventare invisibili.
Siamo participi presenti soltanto quando ci prendiamo la briga di esserlo.
E trasparenti prendiamo corpo e consistenza.
Trasparenti smettiamo d’essere filtro, smettiamo di trattenere.
Siamo participi presenti soltanto quando, senza necessità alcuna di fissa dimora, di una casa, ancor più di un luogo, facciamo occasione di testimonianza.
Lara sa bene che la testimonianza è atto di volontà al pari del primo respiro.
Lo rivela con la mollezza dello sguardo che, abbandonando d’impeto ogni timore di vertigine, si lascia cadere nel girovagare anarchico delle parole entusiaste della compagnia e cerca una rete, ma solo perché in verità non è appunto così importante la caduta, bensì certo l’atterraggio.
E a questo proposito Lei proprio ben sa, nella sua nativa inclinazione alla testimonianza, che l’atterraggio avviene sempre su duro suolo.
Attutirlo significa abbandonare il modo precipuo d’essere, nella volontà e nella sua espressione di azione, participi presenti, nudi di ogni filtro, eleganti financo nella grossolana ricerca del verso più libero.
La osservi e tanto basta per figurarsela cantare nel ritmo perduta.
Lara è testimone di volontà. Sacerdotessa laica e a tal punto di volontà infervorata da istituire un nuovo semplicissimo principio di fede.
La fiducia nel tempo presente, quella che in genere una certa diffusa indolenza smorza fino allo spegnimento.
Scompaiono così i cerimoniali, perdono per strada la loro veste tumefatta di pigre, stagnanti illusioni di grazia mendace e bugiarda.
Lara si fa eco dei luoghi. Lara si fa eco di una dimora respirata a pieni polmoni come piazza, la più ventosa delle piazze, quelle piazze che paiono rinchiuse da quei porticati a far completo perimetro.
Eppure tutti noi, ad esserne ospiti, ne sappiamo trarre beneficio.
Le stanze sono organi pulsanti di un ricco e rigoglioso organismo.
Il Risvolto di Lara risiede per intiero nella sua naturale propensione a svelare la nudità delle viscere fino a celebrarne il congenito ribellarsi all’ordine estetico del corpo che se ne fa impropriamente abito.
Agli avventori opportunisti, crescente marmaglia di una volgarissima geografia da fast food, paiono pallidi fantasmi di un gusto perduto ed inafferrabile proprio nella sua schietta e provocante volontà di testimonianza, non c’è altra giusta via.
Fuorché lasciarsi risucchiare, abbandonando, in totale simmetria con Lara, ogni pudore di verità.
La verità protegge sempre. Non smette di scriverlo, non smette di testimoniarlo.
E noi testimoniamo sospinti dalla sua testimonianza.
E se un laico cammino di libera peregrinazione può esistere e tracciare tragitto, qui proprio qui deve avere un suo punto di attraversamento.
Senza filtri, coniugato in rigoroso participio presente.