N O S E A S O N M A L T A
La leggerissima ignoranza delle stagioni è la condizione prima e decisiva per un luogo che si vuol fare invadere dai colori.
Senza alcuna limitazione.
E l’immersione in origine, come in una ben tornita pentola di fusione, appaga questa inclinazione.
Ne sono dotte le isole. Ne è dotta Malta.
Isola che concede per nativa vocazione le sue direttrici orfane di univoca ragione.
All’occhio di chi sa attraversare alternando passo e sospensione, testimonia una propensione a raccogliere quello che mani, senza bisogno di altro aiuto, sanno generare con semplice conseguenza di gesti.
Verso non c’è di attraversare Malta trattenendosi nella protezione delle curve che il corpo sa adottare introverso.
Protensione. Muscoli, polmoni, nervi, tendini.
Il cammino per Malta suona come una marching band risucchiata da un vento che frammenta il ritmo in lenti scatti in avanti, quasi balzi.
Ma balzi a sospendere oltre l’altezza consueta lo sguardo.
Ed il blu che affiora sulle pareti nude delle piccole dimore è invitante, come invece sa essere monito ad avvicinarsi il blu del mare quando si fa intenso e pastoso.
Cammini e ad ogni passo incrementi la protensione del corpo, ben certo che accada per assorbire ogni elemento.
Ed il florilegio di forme tradisce che qui di vestigia non c’è alcuna testimonianza.
Malta è testimonianza di tempi e genti che sono state e che ancora sono.
Le vicende umane ne sono il congenito motore senza che se ne possa ricordare con giusta nitidezza l’origine nel tempo.
Si vive ignoranti delle stagioni, si finisce per godere della invasione dei colori.
Si vive ignoranti delle stagioni, protesi con il corpo intero, come fosse manifestazione di tutte le terre emerse e della loro vicenda ininterrotta di civiltà.
In Malta si vive senza alcun bisogno di una direttrice.