Q U E E R E L I Z A B E T H
Indossa gli occhiali come un’armatura. Lei che di armatura non abbisogna affatto. Gode della naturale protezione di tutte le creature. E tutte le creature lei protegge.
Solchi il confine invisibile del suo podere incastrato nella terra a difesa della terra e ti si fa incontro un cane visionario.
Totalmente privo della vista. Della vista privato ad opera della cecità crudele dell’umano degenere. Ti accoglie per accompagnarti nei passi e dimostra di conoscere ogni periglio minuscolo nel cammino.
Danzano a movimentata compagnia altri due cani. Così minuti e leggeri. Paiono cavalli luccicanti di livrea di nuovo forgiata.
Pulsante. Contemporanea. Sempre presente ai fatti pur dai fatti tenendosi quando occorre a debita distanza.
Queer Elisabeth ha dagli abitanti circostanti – bracconieri e non – appellativo di stranezza. E quella stranezza è il concime di questo fazzoletto ricamato di terra resistente.
Si resiste a tutto – dice Elisabeth. Proprio a tutto. E la sua resistenza è costruzione continua. Quando serve ricostruzione. Rievocazione. Riesumazione.
Queer Elisabeth è la Regina del Tempo che non c’è e che arde del desiderio d’essere ricostruito.
Si trova nella Terra di Firenze. Ben compresa nella idea della città che fu. Ove la sintonia tra i paesaggi ed manufatti – pardon, i ManuInfatti – è naturale e piena.
Lunga vita a Queer Elisabeth. La Regina del Tempo che non c’è.