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L'uso delle mani
la mia salvezza
nel gesto del mio
nativo vociare
so far gesti
che son prima fortunale
poi cesta che raccoglie
quel che resta
e lotta per sopravvivere
Raccolgo
con le mie mani
ogni giorno
da molti giorni
Con le mie mani
faccio cesta
per quello che resta
ogni giorno
del mondo che scarta
ogni giorno
30092018
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Mi sono detto
e l'ho fatto subito
alla prima apparizione
della facoltà di parola
Mi sono detto
prima ancora di apparire
apparecchia il dire
e il corpo fai seguire
Mi sono detto
che apparire
mi è lieve
se per parola
so essere me
Mi sono detto
nessun altro
08102018
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Le mie ultime volontà son quelle che ardono,
son fiamma quotidiana.
La mia prima volontà è fiamma della prima luce,
è fiamma quotidiana.
11012018
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Siamo i Nuovi Aruspici
per nulla inclini all’interrogazione
apprendiamo per via di nutrimento
volgiamo lo sguardo
senza patire alcuna direzione obbligata
Siamo i Nuovi Aruspici
viviamo di sguardi
senza pretendere alcuna patente
ci nutriamo per via di apprendimento
Socialità che gran compendio
quando libera si svolge
per comune interessamento
Siamo i Nuovi Aruspici
volgiamo lo sguardo
senza patire alcuna direzione obbligata.
01022017
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Portati il tuo mondo sulle spalle.
Portatelo sempre.
Ad immediata disposizione di nascondimento.
Nasconditi, non te ne vergognare. Nasconditi. E ritrovati.
Lascia che vaneggino. Lasciali furoreggiare.
Portati il tuo mondo sulle spalle.
Cammina libero nel tuo giardino profumato.
Cammina, non si accorgeranno di te.
Vaneggiano. Furoreggiano.
Portati il tuo mondo sulle spalle.
07012017
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Nessun mondo è così lontano, ragazzo mio.
Nessun mondo è poi così lontano da poter sfuggire il giusto sguardo.
Non aspettarti nulla fuorché la ricompensa alla tua volontà di sguardo.
Non cercare, per speranza di imitazione, il mio sguardo.
Non attendere che lo sguardo si conformi all’occasione.
Non trascurare di curare lo sguardo nella sua intima igiene speculativa.
Non trascendere lo sguardo altrui, non catalogare per ansia di certezza.
Non aspettarti nulla fuorché nuova volontà dopo ogni sguardo.
Nessun mondo, in fondo, è poi così lontano, ragazzo mio.
21122016
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Siete le mie vocali. Siete la mia voce. Siete le mie ali.
E discorso, per esser fatto e preso a nutrimento, di voi non può fare a meno.
Mi muovete al tempo eccellente della retorica d’improvvisazione.
Suscitate in me. Siete in me favorevolissima allitterazione.
In me germogliate. Siete in me germinazione di mescolanza.
Finalmente, io in voi non mi sento più erudito.
Siete le mie vocali. Siete la mia voce. Siete le mie ali.
20122016
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A te, ingiustizia, non ho molto da dire.
Cammino.
Perché di cammino, di fiero cammino è fatta ogni maledetta resistenza.
Cammino e fiera mi rivolgo a te.
Devi temere l’impenetrabilità di questa armatura di rabbia.
Che mai esplode. Ma certo scintilla. Riverbera luce.
E la fa schizzare in avanti.
A te, ingiustizia, non ho molto da dire.
Cammino.
Fiera.
29082015
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Tengo a precisare.
Io con la precisione cerco soltanto di provocare curiosità del disordine che laggiù trascuriamo.
Incuranti. Incurabili.
Tengo a precisare.
Io so far questo.
Compongo e insomma in qualche modo certamente suppongo.
Mi figuro mondi che nemmeno mai vedrò. Ma che importa.
Tengo soltanto a precisare.
14012015
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No.
Non siamo fatte per una corsa folle e ventosa verso il precipizio.
Invece siamo solite deliziarci della caduta libera di gran lentezza.
Cerchiamo il tempo sospeso che dà agio allo sguardo di catturare a mani nude e sprovvisto di trappole.
Vi basta seguire la linea delle nostre risate.
E ridere a vostra volta.
Stringendovi all’esperienza.
Con grande lentezza di caduta.
27122014
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