P A N E V E G G I O, A Lezione di Memoria
A lezione di memoria. A parlare sono loro.
Nessuna cattedra, ma radici avvinghiate ad una terra da proteggere. Cangiando.
Non solo colore, ma anche umore, più e più volte al giorno. Per farne lunga duratura memoria.
Fino al volo, che ogni giorno quel giorno si compie. Disperdendo nuovo seme. Lasciandolo prendere casa, pur nella sua naturale predisposizione a non avere casa, se non il terreno, da proteggere.
A lezione di memoria, ben comprendendo d’essere per evoluzione immemori, gradatamente insensibili, come se si potesse abbassare il volume dei sensi fino all’impercettibile.
Le radici non conoscono gravità, attendono gli eventi con consapevole dignità alta fino ad osare le nuvole, che qui trascorrono in balia del giuoco regolare delle masse d’aria.
Eppure la sua rarefazione fa sentire un luogo di rinnovata leggerezza.
Ma leggera e financo fatua è la memoria, che pare non essere cosa d’uomini e donne.
Ma certo qui si va a lezione di memoria. E li si lascia parlare, nei pieni e nei vuoti.
Li si lascia parlare nel radicamento e nella progressiva trasformazione che per mano d’uomo e donna si fa musica e lavoro, energia e principio di cambiamento.
A lezione di memoria, in semplice ascolto.
Imparando a cambiare.
Non solo colore, ma anche umore, più e più volte al giorno.